Quando si costruisce un brand, naming, logo e payoff sono i tre pilastri dell’identità visiva e verbale.
Eppure, sono anche i tre elementi dove si commettono più errori. Un nome poco memorabile, un logo poco leggibile o un payoff generico possono rendere inutile anche la strategia di marketing più costosa.
Ma cosa vuol dire, concretamente, costruire un brand nel 2025?
1. Naming: il primo biglietto da visita
Il naming è il punto di partenza di ogni brand. È la parola che ti identificherà per anni e che dovrà funzionare in ogni contesto: online, offline, in Italia e magari anche all’estero.
Errori da evitare:
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Scegliere un nome troppo complicato da pronunciare o ricordare.
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Utilizzare sigle incomprensibili per il cliente.
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Copiare nomi già esistenti (rischio legale e perdita di originalità).
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Non verificare la disponibilità del dominio web e dei social.
Consiglio: punta su un nome semplice, sonoro, coerente con la tua identità e facilmente adattabile in futuro.
2. Logo: non è (solo) una questione estetica
Un logo non è un disegno carino: è un simbolo di riconoscimento che deve funzionare ovunque — da un biglietto da visita a un’insegna, dal sito web a un’app mobile.
Errori da evitare:
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Design troppo complesso o ricco di dettagli che si perdono in piccolo formato.
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Scelte di colore poco leggibili o incoerenti con il brand.
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Mancanza di versioni alternative (orizzontale, verticale, monocromatica).
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Ignorare le regole di proporzione e spaziatura.
Consiglio: pensa al logo come a un “abito su misura” per il tuo brand: deve vestire bene in ogni occasione e durare nel tempo.
3. Payoff: poche parole, tanto significato
Il payoff (o slogan) è quella frase breve che accompagna il logo e racchiude la promessa del brand.
Errori da evitare:
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Essere troppo generici (“Qualità e passione dal 1980” è ormai abusato).
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Creare frasi troppo lunghe o difficili da ricordare.
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Non allineare il payoff ai valori reali del brand.
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Traduzioni in lingue straniere mal gestite o fuorvianti.
Consiglio: il payoff deve essere semplice, memorabile e unico. Deve evocare un’emozione o un’idea chiara in chi lo legge.
4. Coerenza tra naming, logo e payoff
Anche se ognuno di questi elementi ha una funzione specifica, devono lavorare insieme.
Il naming è il nome, il logo la faccia e il payoff la voce: se non comunicano la stessa identità, il brand perde forza.
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